La politica che sa essere sentimento e ricordo, andando oltre lo scontro, pur sempre rispettoso e ricco di contenuti veri, che spesso la caratterizza. Un fine settimana particolare per Cerignola, una città che piange la dipartita di un suo figlio che ha saputo scrivere una pagina storica per il centro ofantino. Era il dicembre del 1993 e da allora la ‘rossa’ Cerignola non fu più tanto rossa: un Sindaco missino nella città di Di Vittorio, uno schiaffo alla ‘tradizione politica’ che solo la grande preparazione, umana e professionale, di Salvatore Tatarella riuscì ad attenuare, e che oggi fa dire ai più «è stato un grande Sindaco». Domenica i funerali, in una cattedrale gremita in ogni ordine di posto, con la presenza anche di illustri amici di partito come La Russa, Gasparri, Fitto e Bocchino, sono stati l’ennesima e infallibile conferma di quanto già noto: un Sindaco leale, un amministratore vero, un politico di razza. Un curriculum che parla da se e che oggi, come spesso accade per chi scrive pagine importanti di storia, viene rivalutato da tutti.
Non sono mancate critiche, anche da parte di molti cittadini che all’indomani della sua decisione di lasciare Cerignola per traguardi altri, parlarono di ‘tradimento’, come se l’ambizione, sana e professionale, non possa appartenere a chi decide di spendere il proprio impegno, personale e professionale, in favore della comunità. Oggi Cerignola, anche quella più critica, nonostante le scenette da ‘macchietta napoletana’ di qualche ‘inopportuno amministratore’, ritrova il proprio figlio e ne rende meriti e scuse, ricucendo quelle pur minime frizioni e restituendo il giusto tributo all’ex Sindaco. L’abbraccio dei tanti, dimostrato in queste ore, testimonia una volta di più quanto questa città, al di là del credo politico, fosse legata a Salvatore Tatarella.