L’industria discografica ha trasformato la musica in oggetto di consumo: melodie orecchiabili, ritmi ripetitivi ed accattivanti, videoclip che assomigliano sempre più a colossal hollywoodiani; ma soprattutto, artisti (o sedicenti tali) dei quali viene abusata l’immagine, dati in pasto al pubblico, pronti a relegarli nel dimenticatoio quando loro (le case discografiche) decideranno che è arrivato il momento di rinnovare il brand. Sono parecchi i giovani e giovanissimi che, affascinati dall’illusione del successo facile, entrano nella “macchina” – come l’avevano definita i Pink Floyd nel loro celebre brano “Welcome to the Machine” – soprattutto attraverso la porta dei talent show; quelli che decidono di approcciarsi al mondo della musica attraverso lo studio e la gavetta sono diventati una specie protetta e molto spesso hanno capacità non riconosciute che, al contrario, meriterebbero maggiore attenzione. Stefania Cardella, 32 anni, originaria di Corleone ma ormai da anni residente a Roma, è un’artista che ha deciso di intraprendere la carriera musicale passando proprio attraverso lo studio (sei anni di pianoforte oltre alle lezioni di canto ndr) e la gavetta, sempre alla costante ricerca del perfezionamento artistico e di uno stile proprio e personale. La cantante siciliana si è raccontata in un intervista esclusiva per lanotiziaweb.it, prima del suo live presso il “Baraonda” giovedì 15 giugno.
La passione di Stefania per la musica nasce già durante l’infanzia, quasi per gioco: “Ospite di una cantante amica di famiglia a Ravenna, questa mi incoraggiò a cantare una canzone, “My Heart Will Go On”, all’epoca famosissima, e con questa vinsi un piccolo contest locale. Scoprì così questa mia passione e decisi di iniziare a studiare per coltivarla”.
La gavetta, si sa, non alletta molti poiché lunga e faticosa, specialmente se, come nel caso di Stefania, bisogna fare affidamento esclusivamente sulle proprie forze: “Dopo il Liceo ho fatto il Servizio Civile e con i soldi guadagnati mi sono pagata le lezioni di canto. Successivamente, non senza qualche contrasto con i miei genitori, ho deciso di trasferirmi a Roma dove mi sono iscritta all’Università e formato la mia prima band che faceva cover di Lucio Battisti”. Ed è stato proprio a Roma che la carriera di Stefania ha avuto una svolta grazie alle prime collaborazioni di rilievo con artisti del calibro di Marco Rinalduzzi – primo produttore di Giorgia -, il chitarrista Marco Ventura (session man e turnista per Eros Ramazzotti, Alex Baroni, Mia Martini, Marina Rei, Andrea Bocelli, Neri per Caso e Paola Turci) e tantissimi altri nomi della musica italiana. Nel suo repertorio Stefania predilige brani del pop italiano ed internazionale, ma ha una particolare propensione per il soul e la R’n’B: “Sono cresciuta ascoltando Whitney Houston, Celine Dion, Mariah Carey ed Alicia Keys, quindi mi sono spontaneamente avvicinata a questo genere che ho avuto la possibilità di approfondire frequentando i locali jazz e blues di Roma e soprattutto risiedendo a New York per alcuni mesi”.
Nella sua raffinata ed originalissima performance di giovedì sera al “Baraonda”, Stefania è stata accompagnata dal pianista Pietro Gallo – che vanta collaborazioni con Ron, Dodi Battaglia, Fedor Ruškuc, Tiziana “Tosca” Donati, Ellade Bandini, Giuseppe Bassi, Mario Guarini, Nathaniel Peterson, nonché docente di Pianoforte e Laboratorio di Musica d’insieme presso il Liceo Musicale di Barletta e in altre accademie private – e dall’esperto ed eclettico batterista cerignolano Francesco Tortora, il quale, ai nostri microfoni, ci ha parlato di questa esperienza artistica: “La prima volta che abbiamo suonato tutti e tre assieme abbiamo improvvisato, senza scaletta e con partiture studiate individualmente. A partire da quel momento la nostra esperienza si è ritrovata in un’alchimia che viene subito evocata ogni volta che ci esibiamo”. Il trio si esibirà nuovamente sabato 17 giugno in occasione di “Calici nel Borgo Antico”.