Ad un anno dalla sua scomparsa, avvenuta il 7 gennaio 2019, ha visto la luce il progetto editoriale nato in memoria del popolare fotografo ofantino Francesco Borrelli. Nella serata di sabato 11 gennaio, nella sala “Giovanni Paolo II” della Curia Vescovile di Cerignola, si è svolta la presentazione di «Lontano nel tempo-La Cerignola del ‘milanese’» (Nicorelli editore), volume che raccoglie 90 fra gli scatti più belli del decano dei fotografi della città. Classe 1942, Francesco Borrelli ha svolto per diversi anni la sua professione lontano dalla terra natale, lavorando a Milano per alcuni giornali, in un’epoca in cui catturare l’immagine giusta nel momento giusto costituiva già di per sé la notizia.
Il gruppo da cui è nata l’idea di questo libro è composto da Giovanna Borrelli, figlia del compianto Francesco, Mimmo Dipasquale (studio fotografico Photoshop), Francesco Irollo (studio fotografico Blu Studio), Nicola Pergola e Sabino Totaro. È lo stesso curatore dell’opera, Nicola Pergola, a spiegare a lanotiziaweb.it la genesi del progetto: «Si trattava di trovare 4.000 euro per pubblicare un migliaio di copie di questo volume e abbiamo pensato al cosiddetto crowdfounding. Tramite i social abbiamo invitato a versare un contributo di 10 euro, dando in cambio a chi l’avesse fatto due copie di questa pubblicazione. In un mese siamo riusciti a raggiungere la quota ed abbiamo pubblicato il volume». Pergola si sofferma su ciò che ha rappresentato Francesco Borrelli per la nostra città: «La figura di Francesco, assieme a quelle dei fotografi storici come gli Ieva, i Di Leno, i Belviso, fa parte della storia per immagini di Cerignola. Ma in lui c’era una differenza: mentre gli altri sono stati notai di grandi eventi e grandi personaggi, Francesco si è occupato, come faceva Fabrizio De André in musica, degli ultimi, degli emarginati, dei diseredati. Lui amava avere a che fare con la gente di strada, gente semplice che fotografava nel vissuto quotidiano di una tranquilla città di provincia, sonnolenta, pacata e purtroppo diversa da quello che è oggi».
Un po’ come nel titolo del libro, Nicola Pergola vola lontano nel tempo con i ricordi, raccontando con evidente commozione uno degli aneddoti più cari vissuti con l’amico di una vita: «Ho in mente quando ci siamo conosciuti, quasi cinquant’anni fa. Eravamo in macchina in Piazza Duomo. Mentre stavamo chiacchierando di fotografia, lui afferra la macchina fotografica, carica velocemente, imposta ‘otturazione diaframma’, inquadra, mette a fuoco e insegue il soggetto scattando una delle sue fotografie più belle. Si tratta di due bimbi in bicicletta che in quel momento stavano passando, col tascapane, di ritorno dalla campagna. È una foto a cui lui era molto legato e molto legato lo sono anch’io». Infine, chiedendogli cosa avrebbe detto o pensato l’amico Francesco vedendo l’affetto di tanta gente nel voler ricordare la sua opera, Pergola afferma che «sarebbe felice di vedere che il frutto delle sue ricerche fotografiche venga dato in pasto alla gente. Infatti, negli ultimi anni è stato molto attivo sui social per pubblicare le sue immagini e fare in modo che tutti potessero godere del suo lavoro». Alla serata ha preso parte anche S.E. Monsignor Luigi Renna. Il vescovo della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano ha posto in risalto, fra le molteplici qualità di Francesco Borrelli, lo sguardo di chi torna nell’amato paese natale dopo tanti anni e la capacità di raccontare una quotidianità, che veniva data per scontata, attraverso occhi nuovi: «Le sue immagini ci restituiscono una Cerignola fatta di povertà dignitosa e di tanto, tanto lavoro». Francesco Borrelli non guardava, bensì vedeva. In ogni suo scatto è visibile la sua innata capacità di catturare l’istante decisivo, è quanto fa notare l’amico Pergola. Le immagini risalenti ai primi anni ’70, diverse delle quali contenute nel libro, sono fra quelle che lui più sentiva, poiché nostalgiche e struggenti.
Sono scatti che assumono ancor più valore se si considera, come affermato dal curatore dell’opera, che Francesco Borrelli ha sofferto lo stravolgimento di alcune delle zone storiche di Cerignola (una fra tutte è il Piano delle Fosse). Infine, oltre ad essere innamorato della gente comune, la cui esistenza è stata sempre raccontata con stile e grande discrezione, Borrelli era un profondo conoscitore di storia, usi e costumi locali, anche questi raccontati con immagini più incisive di decine e decine di parole. L’incontro è stato anche l’occasione per ricordare che il 15 gennaio, presso la Chiesa di Sant’Antonio, verrà celebrata una messa in suo ricordo.